Il progetto artistico

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Il progetto artistico2022-10-31T19:14:56+01:00

ATERBALLETTO È CENTRO COREOGRAFICO NAZIONALE.

Con il decreto del Direttore generale Spettacolo del 23 giugno 2022 sono state premiate l’attenzione a corpi ed estetiche diverse, l’esplorazione di spazi urbani e non solo palcoscenici, la qualità della compagnia, la grande diffusione internazionale.

Ma cos’è e a cosa serve un Centro Coreografico Nazionale?

CCN Aterballetto – La nostra identità

PRIMAVERA DI CORPI, LUOGHI E DANZA

di Gigi Cristoforetti, Direttore Generale e Artistico

CONSAPEVOLEZZA DEL TEMPO PRESENTE, TENSIONE ETICA E RICERCA ESTETICA: UNA PRIMAVERA PER DECLINARE I NUOVI ORIZZONTI ARTISTICI E SOCIALI. TRA PALCOSCENICO E SPAZI URBANI, TRA VIRTUOSISMO E FRAGILITÀ, TRA RICERCA E INNOVAZIONE TECNOLOGICA.

Raccontare una direzione di lavoro e degli obiettivi.
Lo abbiamo fatto in conferenza stampa il 23 marzo 2022, all’inizio di quella che vogliamo sia una primavera. Nella quale guardiamo al mondo, in questo momento. E proprio per questo sarà una primavera all’insegna dei progetti che abbiamo costruito in Europa, una primavera piena di luoghi che vogliamo abitare, partendo da un’interazione continua e consapevole con tematiche sociali. Insomma, facciamo la nostra piccola parte: costruire legami, mettere dei corpi diversi tra di loro al centro di spazi sociali, e rappresentare la bellezza. Forse è proprio adesso che non bisogna dimenticare la primavera.

Noi speriamo di diventare un Centro Coreografico Nazionale, e ci siamo convinti che un centro coreografico non sia una compagnia più grande, ma un atelier, un centro di ricerca, nel quale allargare continuamente lo sguardo. Proviamo a farlo.

FND/Aterballetto – Primavera di corpi, luoghi e danza – ph. Leandro Manuel Emede

  • Nel 2022 ciò che proponiamo è all’insegna del multiculturalismo più curioso. Facciamo lavorare, in due creazioni diverse (entrambe sostenute da I Teatri di Reggio Emilia), un coreografo italiano (Diego Tortelli), uno israeliano (Eyal Dadon), uno cubano (Norge Cedeño Raffo) e una canadese (Danièle Desnoyers). Tre sono trentenni. Due lavorano con la musica dal vivo (della Fondazione Arturo Toscanini di Parma). In questo incrociarsi di curiosità artistica, attenzione generazionale e desiderio di ibridazione potremmo rintracciare un nostro primo manifesto d’intenti.
  • Non è l’unica strada che ci interessa: vediamo il 2023. In febbraio debutta a Parigi una serata con Angelin Preljocaj, del quale è inutile che sottolinei la grandezza assoluta, e Rachid Ourandame, altro protagonista. Ma la peculiarità è che questo (per noi lo spettacolo principale dell’anno) andrà in scena con un cast di settantenni. E intorno c’è un progetto internazionale (che sviluppiamo insieme alla Fondazione Ravasi-Garzanti di Milano, all’ASL di Reggio Emilia, all’Università di Modena e Reggio e ad altri partner) dedicato all’ageing e al welfare culturale, uno dei temi oggi più complicati da affrontare. A settembre, ancora una creazione, per la quale l’interprete principale sarà disabile. Il focus dell’anno 2023 diviene così un nostro secondo manifesto.
  • Il 2024 è semplicemente incentrato sul condurre per la prima volta nel repertorio di una compagnia italiana quella che è la coreografa più ricercata di questi anni: Crystal Pite. Con due creazioni. Naturalmente con la nostra compagnia stabile, che con la guida di Sveva Berti continua a crescere in qualità, e trova sempre più respiro in tournée europee importanti.

Spaziamo coreograficamente tra direzioni diverse, cercando di arrivare sempre ad un livello alto, sforzandoci di non essere banali.

In primo luogo le MicroDanze, il progetto che ci ha dato più soddisfazioni da vari anni a questa parte, e che condividiamo con Palazzo Magnani di Reggio Emilia, oltre che con i complici di un Creative Europe. Dopo il debutto ad Atene e Bruxelles, arriverà a Reggio Emilia, non senza passare da Castel Sant’Angelo di Roma in luglio e dai musei della città di Parigi in ottobre, in occasione della notte bianca di quella città. Non immaginiamo una sfida più stimolante fuori dai palcoscenici di queste due capitali.

Ma non ci fermiamo qui: Stanze\Rooms, di Diego Tortelli, parte dalla Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia (su commissione di Brescia Musei), con sei danzatori e una musicista, selezionati ad hoc. Ci allarghiamo anche un po’.

Vale la pena di citare anche MicroDanze – Urban Setting: una versione con giovani danzatori in formazione il cui senso è la partecipazione in varie città a processi di rigenerazione urbana. Di questo siamo orgogliosi, sia pure nel piccolo ambito dei simboli. Per esempio, a Reggio Emilia partiremo dai Chiostri di San Pietro, e attraverseremo Piazza Casotti, via Roma, arriveremo all’ex Maffia dal sottopasso fino alle ex Reggiane, concludendo a Reggio Children. Quante città diverse tra di loro esistono nello stesso tessuto urbano, e quante ne può connettere la danza.

Sono felice di annunciare per il 2022 la prosecuzione del nostro rapporto con la RAI, dopo il concerto di Capodanno. Realizzeremo un altro docufilm, stavolta in bilico tra arte visiva e danza. E abbiamo in programma due nuove creazioni in realtà virtuale (sempre in partenariato con RE:Lab), una a Ravenna in luglio e una a Reggio Emilia in novembre. Nei pochi minuti ai quali uno spettatore assiste con il visore, troviamo una sintesi di nuovi processi coreografici, ricerca tecnologica e audience development.

Tutto non si può raccontare: abbiamo altre collaborazioni transdisciplinari, progetti di innovazione tecnologica e sociale, e altre creazioni in cantiere. Ma ciò che deve emergere non è il singolo spettacolo, quanto l’impegno che ci prendiamo per un nuovo, importante salto di qualità per noi, e speriamo per il sistema della danza nel suo complesso.

Per questo percorso che abbiamo intrapreso, dobbiamo ringraziare il nostro Consiglio di Amministrazione, la Regione Emilia-Romagna, il Comune di Reggio Emilia, il Ministero della Cultura e i diversi partner: Iren, RCF, Gruppo Credem, Fondazione Pietro Manodori, Consorzio Oscar Romero, RE:Lab, Riot Studio, l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, l’Alma Mater di Bologna, l’Istituto Superiore di Studi Musicali Achille Peri di Reggio Emilia, la Fondazione Museale Brescia Musei, le Fondazioni d’arte contemporanea Palazzo Magnani e Pirelli Hangar Bicocca, la Sovrintendenza Museale italiana Polo Museale del Lazio, il Sistema dei Musei di Parigi, la Fondazione sociale orientata al welfare culturale Ravasi-Garzanti, le Fondazioni di origine bancaria Fondazione di Modena e Cariverona, il Teatro Nazionale ERT-Emilia Romagna Teatro, i Tric Centro Teatrale Bresciano, Teatro Franco Parenti, Teatro Stabile del Veneto, i teatri di tradizione Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Fondazione Teatro Regio di Parma, Fondazione Teatro Comunale di Modena, Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Associazione Arena Sferisterio, la Fondazione Lirico-sinfonica Teatro Comunale di Bologna, la Fondazione musicale Arturo Toscanini, il festival musicale italiano Ravenna Festival e il tedesco Festspiele Ludwigshafen, l’Opera Nazionale Greca, l’Opera di Avignone, Les Halles de Schaerbeek di Bruxelles e il principale teatro per la danza di Francia il Théâtre National de Chaillot.

La Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto è l’unico centro di produzione con soci fondatori pubblici.

Il nostro obiettivo di fondo è chiaro: interpretare una politica culturale e non solo una missione artistica. Per rispondere agli investimenti del Ministero della Cultura, della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Reggio Emilia con una visione strategica sul piano territoriale, nazionale e internazionale.

Per dare vita ad un’istituzione nuova, capace di assumere funzioni di promozione e sviluppo della danza nel nostro Paese e di proiettare l’immagine della danza italiana con i suoi artisti sul piano internazionale.

La politica culturale che perseguiamo ad ogni livello è quella dell’integrazione e della collaborazione. Siamo a disposizione, ma soprattutto ci sforziamo di elaborare piattaforme progettuali sulle quali far salire compagni di strada, siano essi realtà legate alla danza, al teatro, all’arte, alla musica o alla produzione di pensiero sociale.

Il punto di partenza è la convinzione che una progettualità artistica debba sempre nascere da una visione del mondo sociale e culturale, leggibile in controluce.

Ecco alcuni dei temi e delle problematiche principali che guidano la nostra progettualità.

Sono dunque questi i presupposti dai quali partirà il prossimo progetto artistico, sviluppando la ricerca di un’identità sempre più forte, che tesaurizzerà quanto costruito nel triennio 2018-2020, approfondendo quasi tutti i temi principali e introducendone di nuovi.

Baricentro di ogni scelta continuerà ad essere la qualità: quella dei danzatori, quella dei coreografi, e quella dei nostri partner progettuali.

INVESTIMENTI, IMPEGNO E IMMAGINAZIONE

La Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto è l’unico centro di produzione di natura totalmente pubblica.

Il nostro obiettivo di fondo è chiaro: interpretare durante il triennio 2018-2020 una politica culturale e non solo una missione artistica. Per rispondere agli investimenti del Mibact, della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Reggio Emilia con una visione strategica sul piano territoriale, nazionale e internazionale.

Per dare vita ad un’istituzione nuova, capace di assumere funzioni di promozione e sviluppo della danza nel nostro Paese e di proiettare l’immagine della danza italiana con i suoi artisti sul piano internazionale.

La politica culturale che perseguiamo ad ogni livello è quella dell’integrazione e della collaborazione. Siamo a disposizione, ma soprattutto ci sforziamo di elaborare piattaforme progettuali sulle quali far salire compagni di strada, siano essi realtà legate alla danza, al teatro, all’arte, alla musica o alla produzione di pensiero sociale.

Nella concezione che ci guida il punto di partenza è sempre il progetto: vogliamo avviare esperimenti di collaborazioni multidisciplinari, e perciò definiamo percorsi condivisi con il mondo del teatro e dell’arte, approfondiamo la relazione con il mondo della musica, e ci apriamo fino a integrare categorie “silenti” ma ricche di una sensibilità unica e superiore (come i bambini, o le persone più fragili) nella nostra dimensione creativa e produttiva.

Naturalmente è importante nutrire con dati di fatto questa premessa, e a nove mesi dal mio insediamento è possibile raccontare come il nuovo progetto si sta strutturando.

Cominciamo dalle collaborazioni che si sono ormai consolidate.

REGGIO EMILIA

Per Fotografia Europea è nato un progetto tra danza e fotografia che salda una volontà comune progettuale con Fondazione Palazzo Magnani, ormai lanciata verso obiettivi anche molto ambiziosi. E In/Finito (le coreografie mostrate al pubblico davanti alle fotografie di Toni Thorimbert che riprendono gli stessi danzatori durante site specific urbani) non è uno sfizio locale che ci siamo presi, ma un esempio di come, insieme, ci si proietta meglio verso l’esterno. La performance è già stata anche a Capri, in ottobre sarà a Bologna, poi Milano, Ravenna Festival, forse Parigi…. Ogni volta ricreato in un diverso spazio e con un fotografo differente, per una sua intrinseca vitalità.
Con Reggio Children e l’Assessorato all’Educazione e alla conoscenza abbiamo avviato un progetto di ricerca sugli immaginari di bambini e adolescenti, che porterà alla fine del 2019 ad una produzione di danza per i ragazzi e i loro genitori, condivisa con Accademia Perduta | Romagna Teatri (un centro di produzione che ci affida anche la programmazione danza di alcuni suoi teatri).
Sempre a Reggio Emilia, è strutturale la collaborazione con la Fondazione I Teatri, e aperta tanto alla programmazione quanto alla condivisione di alcuni impegni in termini di risorse. Altrettanto viva è la collaborazione per varie iniziative formative e performative con l’Istituto Superiore di Studi Musicali Achille Peri, e stanno emergendo novità significative a più livelli nella triangolazione I Teatri / Istituto Peri / Fondazione Nazionale della Danza, che porteranno, per esempio in autunno ad un’opera lirica, Le Villi di Giacomo Puccini, per la quale saranno coinvolte le tre istituzioni.

ITALIA E OLTRECONFINE

Ma veniamo alla svolta importante che ho voluto dare alla Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto: collocarla attraverso progetti e collaborazioni al centro del sistema italiano dello spettacolo dal vivo, ben inserita in Europa, e rafforzata anche sul piano strutturale da molte coproduzioni, che sono per Aterballetto una novità rispetto al recente passato. E qui l’elenco, sempre un po’ spoglio, è necessario. Ecco i coproduttori – che sono anche diversificati sul piano dei linguaggi artistici – dei nostri prossimi spettacoli: il Teatro Stabile del Veneto e il Centro Teatrale Bresciano (per Tempesta). Il Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Torinodanza, il Festival MITO – Settembre Musica, il Festival MilanOltre, la Fondazione I Pomeriggi Musicali di Milano e Les Halles de Schaerbeek (Bach Project). Il Centro di produzione Teatro Bellini di Napoli e Ravenna Festival (per Tango glaciale reloaded , con Ravenna Festival partner per l’intero triennio). Il Centro di Produzione per l’infanzia Accademia Perduta|Romagna Teatri, la Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, la Fondazione Palazzo Magnani di Reggio Emilia, il Progetto RIC.CI, il Teatro Ristori di Verona, il Teatro Regio di Parma, il festival Oriente Occidente di Rovereto, la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli di Milano, Les Halles de Schaerbeek di Bruxelles per un biennio, l’Espace Malraux di Chambéry, Bayer Kultur di Leverkusen per un triennio, La Maison de L’Elu di Marrakech, e altri le cui collaborazioni sono ora in via di definizione. Coproduttori e veri partner di progetto, che portano anche importanti introiti nel biennio che inizia ora.

Altra novità essenziale: Aterballetto è la prima compagnia che proporrà, con Tempesta, uno spettacolo di danza nell’ambito delle stagioni di prosa: significa, nel concreto, sei repliche a Padova, cinque a Venezia e Brescia, tre a Genova. Un risultato innovativo sul piano nazionale.

Sempre in grande sintesi, credo vada infine sottolineata l’attenzione che ora portiamo alle grandi città italiane ed europee, proprio dove la nostra presenza diventa più visibile.
A Milano (ed è sicuramente un unicum, non solo per la danza) nel giro di un anno saremo con cinque diverse produzioni al Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, nei due Tric (Teatro Elfo Puccini e Teatro Franco Parenti) e alla Fondazione Feltrinelli, con la quale è allo studio un’importante collaborazione. A Roma, nei prossimi dodici mesi saremo al Teatro di Roma – Teatro Nazionale, a Romaeuropa e a Palazzo Venezia con il Polo Museale del Lazio. Con Bruxelles abbiamo un progetto fino al 2020 che prevede due coproduzioni e tre spettacoli presentati. E altro stiamo naturalmente costruendo.

NID PLATFORM

Sul piano più ampio della promozione della danza italiana, sono già in atto la progettazione e le operazioni che porteranno allo svolgimento della NID PLATFORM, la piattaforma nazionale della danza, prevista proprio a Reggio Emilia nell’ottobre del 2019, pilotata da ATER in collaborazione con la Fondazione Nazionale della Danza e con la Fondazione I Teatri.

Questi risultati non sono solo frutto di una volontà precisa, ma soprattutto del sostegno convinto e della condivisione progettuale con la Regione Emilia-Romagna, con il Comune di Reggio Emilia e con il Mibact, oltre che del valore di tutta l’equipe artistica della Fondazione, della professionalità di livello internazionale dello staff e dell’attenzione e della condivisione in ogni momento garantita dal Consiglio di Amministrazione. Vanno infine ringraziati i sostenitori, con una particolare menzione per Iren, che ci accompagna in forma ormai stabile.

Tanto più difficile può apparire un momento storico, tanto più è importante mettere in campo investimenti, impegno e immaginazione.

Gigi Cristoforetti – 7 giugno 2018
Direttore generale e della programmazione